Proteste in America, la musica country ripensa il passato

29 giu 2020
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Ci sono le immagini delle proteste in America contro il razzismo nell'ultimo video delle Dixie Chicks, una delle band più storiche della scena country. È la prima canzone che firmano con il loro nuovo nome, The Chicks. Hanno infatti abbandonato Dixie, termine che si riferisce al Sud degli Stati Uniti, a quegli Stati che appartenevano alla Confederazione. Un altro gruppo, i Lady Antebellum, sono diventati i Lady A, cancellando la parola che evoca un periodo prima della guerra civile in cui era praticata al Sud la schiavitù. Sono effetti di una protesta che da settimane scuote gli Stati Uniti. Dopo la morte di George Floyd, mentre era in custodia della polizia, la musica country, a lungo identificata con ascoltatori e musicisti bianchi del Sud degli Stati Uniti, fa i conti ora con il suo passato. Il dibattito era già emerso a tratti. Per esempio nel 2013 quando il cantautore Brad Paisley, aveva sollevato polemiche con il suo singolo Accidental Racist sui sentimenti opposti che suscita l'utilizzo della controversa bandiera confederata. Molti musicisti country nei giorni delle proteste hanno dimostrato solidarietà con le ragioni del dissenso. Dall'altra parte, star afroamericane del country, chiedono ora che l'industria musicale metta fine a barriere razziali e stereotipi come fatto Missy Palmer, che ha ricordato i messaggi di odio ricevuti. Simbolo di questi giorni è la spinta ai pregiudizi che il giovane artista Breland, nuovo protagonista sulla scena country trap, da con il suo video The Truck, diventato virale su TikTok prima delle proteste.

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