Restituiti gli ultimi sei ostaggi israeliani

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1 mese fa

La solita umiliante cerimonia, con gli ostaggi che passano sul palco allestito da Hamas in mezzo alle macerie. Poi la dichiarazione, difficile da credere spontanea, al microfono. Addirittura il bacio di un uomo con il passamontagna. Poi la riconsegna alla Croce Rossa. Così gli ultimi 6 ostaggi dei 33 in vita ritornano a casa. E si conclude la lunga odissea, iniziata per alcuni addirittura più di 10 anni fa. L'unico cui è stata risparmiata questa liturgia è Hisham al-Sayed, beduino arabo israeliano, affetto da gravi problemi mentali. Era entrato a Gaza nel 2015, spontaneamente. Poi di lui si erano perse le tracce. Come da più di 10 anni, esattamente 11, si trovava nella Striscia Avera Mengistu, di origine etiopi, anche lui affetto da problemi mentali, che era entrato per errore nel territorio palestinese nel 2014. È stato lui a salire per primo sul palco insieme a Tal Shoham. Quest'ultimo, invece, è stato rapito come tutti gli altri il 7 ottobre. Ha la doppia cittadinanza israeliana ed austriaca, ed è stato prelevato insieme alla sua famiglia il il 7 ottobre del 2023 dal kibbutz Be'eri. Anche la moglie e i figli di Shoham erano stati presi in ostaggio da Hamas e tenuti insieme, ma separati da Tal. Sua moglie Adi e i figli Naveh e Yahel, ora di 9 e 4 anni, sono stati rilasciati nel primo accordo di sequestro il 25 novembre 2023, dopo 50 giorni. Omer Shem Tov, che si gira sorridente e felice verso i vicini alla sua sinistra e li saluta affettuosamente, uno dopo l'altro, è uno dei tanti ragazzi che si trovavano al Supernova Festival, il rave in cui i miliziani hanno rapito e ucciso decine di suoi coetanei mentre ballavano. Così Omer Venkert, nelle immagini a Nuseirat a fianco di Shem Tov. Anche lui indossa la divisa di taglio militare che sono stati costretti a indossare insieme a Elia Cohen. Tutti ragazzi rapiti nel corso del rave. .