Da oggi internet cambia il nome sulla porta. Se prima bisognava suonare a Washington, adesso invece è l’ICANN che si occuperà del controllo e della concessione dei domini del world wide web. Per gli utenti non cambierà nulla, ma nel mondo della Rete è una rivoluzione, perché si toglie ai governi, anzi ad un governo la possibilità di supervisionare e dunque decidere come evolverà internet in futuro, e si affida questo compito ad una società non governativa con sede in California, ma sotto supervisione internazionale. Una rivoluzione che è stata possibile e che ha subito un’accelerata dal 2013, quando la talpa dell’NSA Edward Snowden ha rivelato il controllo capillare e contro qualsiasi norma della privacy che gli Stati Uniti riuscivano a esercitare, proprio anche grazie al fatto che spettava a loro l’ultima parola sui numeri di dominio. Affidare, invece, questa ultima parola ad un ente indipendente rappresenta, dunque, un passo avanti storico, che mira a liberare dall’influenza dei singoli governi l’evoluzione della Rete. Ecco anche perché si è deciso di non percorrere la strada che prospettava la possibilità di lasciare alle Nazioni Unite questo tipo di supervisione. Vista la complessità dell’ONU e la lobby che riescono a esercitare gli Stati al suo interno, si è voluto evitare che un potere così grande potesse cadere nelle mani di Paesi totalitari. Tuttavia, la soluzione trovata ha comunque dei detrattori, a partire da Donald Trump, secondo cui l’Amministrazione Obama con questo passo indietro mette a rischio la libertà, cedendo di fatto il controllo a interessi internazionali, inclusi Paesi come Cina e Russia, che hanno una lunga storia nel tentare di imporre una censura on line.