Per l'attentato di San Pietroburgo c'è già un primo arresto. È stata infatti fermata una donna, Darya Trepova, accusata di aver consegnato un pacco con una statuetta imbottita di esplosivo che pochi minuti dopo sarebbe deflagrata, uccidendo il blogger Vladlen Tatarsky e ferendo 32 persone, 10 di questo in modo grave, in un bar di proprietà del Capo del gruppo Wagner, Eugeni Prigozhin. Darya Trepova, residente di San Pietroburgo, 26 anni, militante "no war", sarebbe già stata fermata il 24 febbraio durante una manifestazione contro la guerra. Impossibile stabilire al momento se si tratti di un capro espiatorio o se sia effettivamente la responsabile dell'uccisione del blogger, come suggerirebbero le immagini che girano su internet, in cui si vede la ragazza portare un pacco dentro un locale. Così come è complicato stabilire il mandante di questo omicidio, con Mosca che accusa i Servizi Segreti di Kiev, aiutati dai supporter dell'oppositore Navalny, mentre il Capo del gruppo Wagner dice che è difficile che l'Ucraina sia dietro l'attentato. Di certo Tatarsky era un blogger ultranazionalista, seguito da mezzo milione di follower, con molta esperienza sul fronte, molto vicino a Prigozhin e al gruppo Wagner, e più volte aveva criticato la gestione militare da parte del Ministero della Difesa russo, guidato da Shoigu. Intanto nelle stesse ore proprio il leader del gruppo Wagner torna a farsi vedere e reclama la presa di Bakhmut dopo mesi di battaglie durissime. Eugeni Prigozhin è infatti apparso in un video notturno in cui fa vedere la bandiera russa sul Palazzo dell'Amministrazione comunale. "Da un punto di vista legale Bakhmut è stata presa - dice Prigozhin - e le truppe ucraine sono adesso concentrate nella parte Ovest della città". Una notizia indirettamente confermata anche dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine che riconosce in maniera inusuale come il nemico stia attaccando di continuo e stia cercando di prendere il pieno controllo di Bakhmut.