Un attacco del genere a un giornalista nel pieno svolgimento del suo lavoro non era mai successo in Russia. Il vice direttore della radio Eco di Mosca, Tatiana Felgenhauer, è stata accoltellata in redazione da uno sconosciuto in un’aggressione dai contorni ancora da chiarire. La donna si trova in ospedale in condizioni gravi, ma non rischia la vita, mentre il suo attentatore, un uomo di 48 anni che le ha inferto un feroce colpo al collo, è stato arrestato dalla polizia. Gli inquirenti hanno aperto un caso per tentato omicidio, ma in molti in Russia temono che il crimine rimanga impunito o derubricato al gesto di un folle. L’attentatore ha già dichiarato di aver agito per motivi personali, perché perseguitato a livello telepatico dalla giornalista. Una pista, quella dello squilibrato, che lascia dubbi. Come hanno raccontato testimoni oculari, l’uomo sembra aver agito in modo calcolato. Aveva una mappa degli uffici della radio, ha neutralizzato con dello spray urticante il servizio di vigilanza e si è scagliato dritto contro la Felgenhauer. Il sindaco di Mosca si è detto scioccato e in Parlamento c’è chi ha denunciato l’ondata di attacchi ai giornalisti che di recente ha colpito anche una degli editorialisti di Eco di Mosca, Yulia Latynina, che ha poi deciso di emigrare all’estero. Pur essendo di proprietà del colosso energetico Gazprom, la radio, tra le più ascoltate del Paese, ospita spesso voci critiche del Cremlino. La stessa Felgenhauer è vicina all’opposizione russa e ha partecipato, per esempio, al movimento di protesta che ha accompagnato il ritorno di Putin al Cremlino nel 2012. Il timore è che, in vista delle presidenziali di marzo, il clima in Russia si possa esacerbare, anche fomentato dai media di Stato. Due settimane fa un canale federale aveva accusato proprio Eco di Mosca di cospirare con l’Occidente per destabilizzare la Russia e aveva definito la Felgenhauer nemica del popolo.