Scandalo partygate, rapporto accusa Johnson

01 feb 2022
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"Signor speaker lo capisco e rimetterò le cose a posto". Dopo un'estenuante attesa il rapporto della funzionaria di ferro, Sue Gray, chiamata ad indagare sul cosiddetto Partygate è finalmente disponibile al pubblico scrutinio. Sul sito del Governo si legge ora quello che è stato definito un aggiornamento di una dozzina di pagine, non l'intera indagine soppiantata in questi giorni da quella condotta da Scotland Yard, che indaga su 12 dei 16 episodi che si sono verificati a Downing Street e in altri uffici governativi durante il lockdown. Dodici pagine che però rappresentano un concentrato di critiche all'operato di chi doveva guidare, dare l'esempio e sorvegliare. Un fallimento di leadership e di giudizio, si legge nel rapporto della funzionaria. L'opposizione, capitanato dal leader laburista Keir Starmer, ancora una volta attacca a muso duro chiedendo al Premier di fare l'unica cosa onorevole: dimettersi. Ma sono i colpi assestati da Theresa May e altri Tories quelli che fanno più male. Johnson prova a uscire dall'angolo, parla di Ucraina dove si recherà nelle prossime ore e del nuovo piano post brexit chiamato Brexit Freedoms, ma il suo futuro politico appare oltremodo incerto. E d'altronde la Gray già in passato ha mandato più di un esponente politico a casa per la sua condotta. Madre di due figli, nata a Londra da famiglia Cattolica di umili condizioni, Gray ha sangue irlandese ed è lì che bisogna andare per capire da dove ha origine la sua forza di carattere. L'unica sgrammaticatura nella vita della Gray, peraltro rigorosissima, avviene negli anni '80 quando decide di lasciare momentaneamente i palazzi governativi di Londra per trasferirsi a Newry, in Irlanda del Nord, insieme al marito e prendere in gestione un pub che ora non esiste più. Newry è la quarta città nordirlandese per grandezza e nel suo centro, a poca distanza dal Municipio, ha una statua dedicata a quegli irlandesi che per lavoro furono costretti ad emigrare, come nel caso dei genitori di Sue. Vivere da queste parti durante gli anni del conflitto nordirlandese era tutt'altro che facile. Siamo a poca distanza dal confine con la Repubblica d'Irlanda e questa Contea, la Contea di Down, era stata soprannominata "la contea dei banditi" proprio per i frequenti scontri tra l'esercito britannico e i paramilitari dell'Ira. Tra gli episodi che meglio raccontano Il coraggio e la determinazione di quella che i media britannici hanno definito "la donna più potente di cui non avete mai sentito parlare e di cui non esistono praticamente immagini", c'è quello che vorrebbe che dei militanti dell'Ira abbiano una volta tentato di portarle via l'auto, lungo questa strada, lei li mandò a quel paese.

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