I Balcani, tornano a essere zona calda e per qualche ora si teme, addirittura, il ricorso alle armi. Infatti è tornata altissima la tensione tra Kosovo e Serbia, dopo che il Governo di Pristina ha vietato i documenti d'identità, e le targhe serbe nel paese. La misura, sarebbe dovuta entrare in vigore a partire da oggi, ma la possibile escalation iniziata con le proteste dei cittadini serbi sulle autostrade al confine tra due stati. e proseguita con la chiusura di due valichi verso la Serbia, ha spinto il Governo kosovaro a rinviare di un mese, la procedura che impone il divieto dell'uso di documenti serbi, nelle regioni del nord proprio a maggioranza serba. Le autorità di Pristina hanno, quindi, chiesto ai cittadini di rimuovere le barricate, e di ripristinare la viabilità sul confine settentrionale tra i due paesi. La tensione, alimentata da uno scambio di accuse tra i due presidenti, è salita al punto da spingere l'intervento della Kfor, forza armata militare guidata dalla NATO, che ha rilasciato un comunicato con cui si è detta pronta a entrare in azioni con qualsiasi misura necessaria, se la stabilità del nord del Kosovo, sarà in pericolo. Più tardi anche l'alto rappresentante europeo agli affari esteri Joseph Borell, ha fatto sentire la propria voce sui social accogliendo con sollievo la decisione del Governo kosovaro di posticipare l'entrata in vigore del divieto. Un mese che sarà comunque scarico di tensione.