Euroentusiasti o euroscettici? Nazionalisti o sostenitori delle politiche comunitarie di Bruxelles? Stando a quanto emerso dal sondaggio on line “Lo Stato e le prospettive dell’Unione Europea” promosso dalla Presidenza della Camera ed elaborato dall’Istat, i tre quarti dei diecimila partecipanti si dimostrano convinti dei vantaggi di appartenere alla UE. “La nostra consultazione ci dice di andare avanti, anche verso la cittadinanza europea. È una cittadinanza che non è basata sul dato economico. I cittadini ci dicono che credono in un’Europa dove ci siano dei diritti per tutti, dove ci sia un reddito minimo di dignità, dove ci sia un sistema sanitario capace di curare le persone che stanno male. Quindi, ci dà lo sprone a credere nell’Europa dei padri fondatori”. “Credo che sia riuscita, come operazione, perché oltre diecimila rispondenti è un buon risultato in questo tipo di rilevazioni”. Raggiungono quota 77 per cento i cittadini convinti che l’appartenenza all’Unione Europea avvantaggi gli Stati membri, a fronte di un 23 per cento che dice di non aver percepito alcun beneficio apprezzabile. La libera circolazione delle persone è il vantaggio più importante che l’Unione ha assicurato ai suoi cittadini. A considerarlo tale è la metà dei partecipanti, il 50,6 per cento, che ritiene anche rilevante, sebbene in misura più contenuta, l’aver avuto più pace e stabilità in Europa (il 33,1 per cento). Per il 69,2 per cento la gestione dei fenomeni migratori rappresenta il più grave dei problemi di Bruxelles e per il 65,2 per cento proprio sull’emergenza immigrazione l’UE dovrebbe essere più incisiva e unitaria. E alla domanda “l’Unione dovrebbe cambiare il proprio assetto istituzionale per uscire dall’attuale momento di crisi?” il 68,7 per cento risponde di sì, dovrebbe diventare una federazione fra tutti gli Stati membri.