Il cessate il fuoco in Libano viene messo a dura prova dopo il lancio di due razzi da parte di Hezbollah verso una postazione militare israeliana nelle alture del Golan, territorio conteso tra Siria e Libano ma occupato da Israele, che risponde con bombardamenti nel Sud del paese uccidendo 12 persone, stando ai numeri del Ministero della Salute di Beirut. L'attacco di Hezbollah arriva dopo giorni di accuse reciproche tra le parti di violazione dei termini del cessate il fuoco, con il governo libanese che abbandona la prudenza e punta il dito contro lo stato israeliano dichiarando di aver registrato circa 50 azioni militari da parte di Israele contraria agli accordi siglati una settimana fa. Il Ministro degli Esteri israeliano Katz risponde con una minaccia contro Beirut, Israele farà di tutto per difendersi e se il governo libanese non tiene a bada Hezbollah anche le sue strutture diventeranno un target militare. Israele continua a colpire Hezbollah anche nel territorio siriano, assassinando con un bombardamento vicino all'aeroporto di Damasco il rappresentante militare della milizia sciita, alleata del presidente Assad... Ma dentro Gaza il proliferare di bande armate, ormai incontrollate, costringe Unrwa e WFP a sospendere gli aiuti umanitari. Scene di migliaia di persone accalcate davanti alle poche panetteria funzionanti sono ormai la norma, almeno tre le vittime, incluso una bambina, schiacciate dalla folla affamata. I morti dal 7 di ottobre sono circa 44500. Ancora 101 ostaggi israeliani sequestrati di cui quasi la metà si presuppone deceduta. Al Cairo i rappresentanti di Hamas e di Fatah siglano un accordo che propone una commissione civile palestinese incaricata della futura gestione di Gaza nel dopoguerra, sotto le gidia del governo di Ramallah mentre Francia e Arabia Saudita co-presiederanno una conferenza sulla creazione di uno stato palestinese nel giugno 2025.