Atteso, annunciato, preparato e finalmente confermato. Il colloquio fra Donald Trump e Vladimir Putin si terrà nella mattinata americana. L'argomento principale, se non l'unico, sarà la crisi in Ucraina e il modo per porvi fine. Kiev ha già accettato la tregua temporanea proposta da Washington. Mosca, per ora, ha detto sì all'ipotesi di un cessate il fuoco ma in concreto pone paletti e condizioni. A dare le carte è stato l'inviato di Trump, Witkoff, a colloquio con Putin per quasi 4 ore la scorsa settimana. La Russia non accetta il coinvolgimento di truppe europee e chiede garanzie rispetto al fatto che l'Ucraina non entrerà nella NATO. Putin vuole consolidare le conquiste fatte sul campo e, secondo fonti di stampa, Trump starebbe pensando di concedergli almeno la Crimea. In visita al Kennedy Center, il Presidente ha ostentato un certo ottimismo: Putin accetterà, ha detto. Parlando a bordo dell'Air Force One, in precedenza, Trump aveva annunciato che il colloquio avrebbe affrontato anche il destino di alcune centrali energetiche. Il riferimento era probabilmente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Kiev vorrebbe riprendersela, anche per ridurre il rischio blackout nel Paese. La Russia vuole tenerla per non cedere all'Ucraina un bastione collocato all'interno di una zona controllata da Mosca. La comunità internazionale teme il rischio di incidenti nucleari. La struttura è in pessime condizioni dopo 3 anni di guerra, e rimetterla in sesto costerebbe tempo e denaro. La Russia potrebbe usarla come merce di scambio quindi, magari per ottenere un allentamento delle sanzioni. .