Il team per la transizione di Donald Trump ha firmato il memorandum d'Intesa con la Casa Bianca. Lo ha detto il capo dello staff del presidente eletto, Susie Wiles. La mossa arriva in grande ritardo rispetto al passato, ma apre la strada al coordinamento con le agenzie federali. Coordinamento finora inesistente. Un passo cruciale soprattutto considerando che ha due mesi dall'insediamento le mosse e le dichiarazioni di Trump pesano quasi come quelle di un presidente in carica. La sua rinnovata promessa dei dazi, per esempio, preoccupa molti economisti. Il timore è che le tariffe possano fare impennare l'inflazione, rafforzare il dollaro deprimendo le esportazioni e pesare sulla crescita. Nel mirino di Trump, soprattutto, la Cina, ma anche Messico e Canada, senza distinzioni rispetto alla tipologia di prodotti. Più cauto il leader canadese Trudeau, che ha avuto una conversazione definita costruttiva con Donald Trump. La scelta americana potrebbe essere contrastata anche in punta di diritto, perché violerebbe i termini dell'accordo firmato proprio da Trump nel 2020 con Messico e Canada. Rispetto al 2016 Trump non userebbe in realtà i dazi solo a scopi commerciali, ma anche come leva negoziale per affrontare altri problemi: immigrazione e traffico di fentanyl su tutti. Questo aiuta, almeno in parte, a spiegare l'annuncio arrivato ancora prima dell'insediamento. Maggiore l'anticipo, più tempo per le trattative. Per ora Trump non ha citato l'Europa, che però non per questo si sente al sicuro. Non è una buona notizia, ha messo l'Alto Rappresentante dell'Unione Borrell.