Rendere la Groenlandia di nuovo grande, non è la parodia di uno spot elettorale, ma l'ultima mira espansionistica di Donald Trump, ottenere il controllo del territorio danese. La Groenlandia, scrive Trump sul suo social Truth, mentre il figlio Donald Jr atterra sull'isola, è un posto incredibile e la gente trarrà enormi benefici se e quando diventerà parte della nostra nazione. Per il presidente eletto si tratta di una necessità assoluta che garantirà la sicurezza nazionale e la libertà in tutto il mondo. L'isola, una ex colonia danese, parte del Regno di Danimarca, che continua a controllarne politica estera e sicurezza, è considerata infatti sempre più strategica per la difesa, oltre ad essere un territorio ricco di materie prime molto richieste per la tecnologia verde. Non è la prima volta che a Trump viene questa idea, già durante il primo mandato presidenziale aveva parlato dell'eventualità di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca, ma la proposta era stata declinata dal governo dell'isola. Oggi come ieri l'ufficio del governo del territorio artico fa sapere che l'isola non è in vendita e non lo sarà mai, mentre la primo ministro danese definisce assurda l'idea di Trump di volerla acquistare. Il Re di Danimarca rilancia cambiando lo stemma reale per rappresentare in modo più prominente la Groenlandia le Isole Faroe. Durante il suo discorso di Capodanno il primo ministro della Groenlandia aveva detto di aver intensificato gli sforzi dell'isola per ottenere l'indipendenza dalla Danimarca, affermando che il Paese dovrebbe liberarsi dalle catene del colonialismo, senza mai menzionare gli Stati Uniti. Trump non è il primo leader americano ad aver espresso interesse nel controllo della Groenlandia, gli Stati Uniti avrebbero tentato di acquistare il territorio artico nel 1946 e prima ancora nel 1867.