“Il rifiuto di eseguire”: si chiama così il libro di HR McMaster, il Generale scelto da Donald Trump come Consigliere per la Sicurezza nazionale, al posto di Michael Flynn. Il testo illustra gli errori fatti negli anni Sessanta dai Consiglieri militari del Presidente Johnson, che non hanno saputo dare le giuste indicazioni, traghettando il Paese nell’incubo del conflitto in Vietnam. Teorizza l’importanza di non dover essere sempre d’accordo con i propri superiori ed è diventata una lettura obbligatoria nelle accademie militari, contribuendo a consolidare la stima già conquistata sul campo, di cui gode McMaster. Un uomo del cambiamento, capace di dire no, una scelta non scontata, per Donald Trump, che prova, con questa nomina, a far dimenticare il caos delle dimissioni di Flynn in una giornata simbolica. Oggi, infatti, è il Giorno dei Presidenti, in cui si commemora la nascita di George Washington. Una festa nazionale in cui, ancora una volta, negli Stati Uniti gli oppositori di Trump sono scesi in piazza per dimostrare contro il loro quarantacinquesimo Presidente, che però va avanti per la sua strada, forte dei mercati che volano, battendo record su record al rialzo, e del suo letterato, che continua a sostenerlo. Esattamente un mese fa, Donald giurava di fronte al Campidoglio, entrava alla Casa Bianca, eppure, in poche settimane, molte cose sono già cambiate e molte ne cambieranno, assicura il Presidente, che nei prossimi giorni dovrebbe presentare anche il nuovo ordine esecutivo per bloccare migranti e rifugiati da sette Paesi a maggioranza musulmana, dopo la bocciatura in tribunale del precedente bando. Questa volta, il divieto all’ingresso non dovrebbe più riguardare i possessori di carta verde e di regolare visto, ma questo provvedimento rimane per Trump un simbolo della battaglia al fondamentalismo islamico a cui non vuol rinunciare, come ha ribadito nel fine settimana durante un comizio in Florida, portando ad esempio quello che ormai è passato alle cronache come l’attentato inesistente in Svezia. Nelle ultime ore Trump su Twitter è tornato sulla questione, puntando il dito contro i media colpevoli, a suo parere, di non mostrare il degrado che ci sarebbe in Svezia a causa dei migranti. Una guerra, quella con i media, che non accenna a sedarsi, anche perché, come ha spiegato il Vicepresidente Mike Pence in visita alla NATO e alle Istituzioni europee a Bruxelles, pur rispettando la libertà di stampa, la Casa Bianca non rimarrà silente di fronte agli attacchi mediatici. Pence ha voluto rassicurare gli alleati europei, precisando che l’impegno degli Stati Uniti nella NATO rimane, anche se, ha chiarito, c’è bisogno, da parte di tutti, di fare di più per rispettare quelle che sono le richieste economiche per garantire una difesa comune, anche perché, ha spiegato Pence, la pazienza americana ha un limite.