L'allarme antiaereo è tornato a suonare in Ucraina e l'ha fatto in sei diverse regioni del paese già alle prime luci dell'alba. Dall'Oblast di Sumy a quello di Mykolaiv, da Zaporizhzia a Donetsk, fino ad arrivare ad Odessa. Nella città che si affaccia sul Mar Nero, in particolare, si sono sentite diverse esplosioni. Le truppe russe infatti, hanno lanciato 4 missili da crociera, tutti sono stati distrutti in cielo. Kiev non sta a guardare; forte dell'appoggio degli alleati, l'Unione Europea ha promesso rifornimento di un milione di armi di alto calibro nei prossimi 12 mesi, sta portando avanti la controffensiva nel sud del Paese. Dal suo inizio, un mese fa, secondo il Ministero della Difesa, sono stati riconquistati 113 km quadrati di territorio e, nelle ultime due settimane, sono stati liberati 8 villaggi, prima sotto il controllo dei russi. L'avanzata degli ucraini prosegue verso Melitopol in quella che sembra diventata la punta di lancia della loro controffensiva. Tutte notizie diffuse da Kiev ma parzialmente confermate anche della Russia che ha ammesso la perdita di una porzione di territorio. Nessuna ammissione invece, rispetto alle esplosioni della diga di Kakhovka nonostante le circostanti accuse arrivate da un'inchiesta del New York Times, secondo cui, sarebbe stata distrutta dai russi e non da un attacco missilistico ucraino. Da Mosca, per il momento, solo un appello suonato un po' minaccioso a tutti i cittadini russi che hanno lasciato il paese dopo l'inizio della guerra. Tornate è stato l'invito del Presidente della Duma, oggi c'è la possibilità di farlo, domani potrebbe non esserci più.