Forse non cambierà il corso della guerra, molto probabilmente rafforzerà la posizione di Kiev se e quando esisterà un tavolo negoziale, certamente sta alzando i toni della diplomazia mondiale. Con una mossa a sorpresa dopo mesi di pressioni e a 63 giorni dal cambio della guardia al 1600 di Pennsylvania Avenue, Joe Biden ha autorizzato l'Ucraina ad utilizzare missili a lungo raggio americani per colpire in Russia. Una gittata di 306 km per attaccare con ogni probabilità e già nei prossimi giorni le truppe russe e nordcoreane nella regione di Kursk, è proprio la presenza degli uomini di Pyongyang sarebbe stata la variabile in grado di far prendere al presidente una decisione che non ha il sostegno unanime dei suoi consiglieri. A riferirlo fonti dell'amministrazione americana che parlano mentre Biden si trova nel cuore dell'Amazzonia, a poche ore dal suo arrivo al G20 di Rio dove era attesa un'anatra zoppa e si presenta invece un comandante in capo a tutti gli effetti. Un'escalation prima di lasciare la presidenza, è il commento su X di Richard Grenell, repubblicano fedelissimo di Donald Trump. Nessuno può anticipare però cosa farà di questa scelta il prossimo inquilino della Casa Bianca convitato di pietra di un vertice dedicato alla lotta alla fame e alla povertà ma sequestrato dall'attualità bellica e spaccato al suo interno. Tutti gli alleati non bastano se gli Usa ritirano l'appoggio, la premessa del canadese Justin Trudeau mentre Olaf Scholz torna a difendere la sua scelta di parlare con Vladimir Putin sottolineando "Non sarebbe positivo se con lui parlasse solo il presidente americano?" E Emmanuel Macron riassume: "Non vuole la pace e non è pronto a negoziarla." A parlare per il Cremlino qui a Rio de Janeiro sarà il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov, per ora Vladimir Putin aspetta forse un annuncio ufficiale, intanto uomini molto vicini a lui parlano di questa decisione come di un passo senza precedenti che ci avvicinerebbe tutti alla terza guerra mondiale e promettono la risposta sarà immediata.