Le perdite in corso dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 dovrebbero durare almeno una settimana, ovvero fino all'esaurimento del metano che fuoriesce dai tubi sottomarini, questo quanto sostiene il governo danese che attraverso il suo premier, Mette Frederiksen, ha parlato senza equivoci di un sabotaggio. Si parla di tre fughe di gas, ha detto la premier, è dunque difficile ipotizzare che possa essere accidentale. Del resto anche la Svezia ha aperto un'indagine dopo che il servizio sismologico nazionale aveva parlato di almeno due esplosioni che hanno aperto le tre falle nelle condotte dei due gasdotti. Insomma un'emergenza gravissima da un punto di vista ambientale ma anche economico, visto il balzo di oltre 10 punti nel mercato del gas, ma soprattutto politico, visto che il principale sospettato é la Russia, che attraverso Nord Stream, riforniva il gas all'Europa. E' vero che entrambi gli impianti, a seguito della crisi ucraina sono inattivi. Nel frattempo rapporti di intelligence indicano come responsabile del sabotaggio dei sottomarini e questo riduce di molto il campo dei sospetti. La Nato, con il segretario Jens Stoltenberg, ha promesso grande attenzione alla vicenda e di aspettare i fatti per giungere a conclusioni. Il Segretario di Stato americano Anthony Blinken si è mostrato cauto e ha dichiarato che le fughe di gas Nord Stream sono sotto indagine. I primi report indicano che siano state causate da un attacco ma sono solo le prime notizie, e ha poi promesso il massimo sostegno agli alleati europei, primi fra tutti gli ucraini, che con Mychajlo Podoljak hanno puntato il dito contro Mosca, sostenendo che si tratta di un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione contro l'Unione Europea. La Russia, dal canto suo, ha negato ogni addebito con il portavoce del Cremlino Peskov, ha promesso indagini, ma c'è da dire che la tempistica dell'incidente è quantomeno sospetta, cioè lo stesso giorno in cui veniva inaugurato il Baltic Pipe, gasdotto che dovrebbe rendere l'Europa ancora più indipendente dalla Russia. I leader dei paesi coinvolti, Danimarca e Polonia, hanno immediatamente rilasciato dichiarazioni incandescenti.