Non solo propaganda, ma anche qualche ammissione. Vladimir Putin parla ai corrispondenti di guerra e alla fine di un discorso che serve anche per indebolire il morale degli ucraini, lancia un amo, che potrebbe essere interpretato come una risposta a chi lo giudica in patria, ad iniziare dai suoi stessi mercenari del gruppo Wagner, che hanno lanciato nuove invettive contro il Ministro della Difesa russo, ora che Putin lo vorrebbe a controllo anche dei miliziani di Prigozhin. Avremmo potuto essere più preparati agli attacchi di droni di artiglieria di Kiev, spiega dunque, solo dopo aver assicurato che la controffensiva ucraina sta costando carissimo ai suoi avversari in termini di perdite militari, che quantifica in catastrofiche. Soprattutto ammette di aver perso 54 carri armati dall'inizio della controffensiva ucraina il 4 giugno, ma sostiene parallelamente, che il suo esercito ha già distrutto più di 160 carri armati e 360 veicoli corazzati, infliggendo perdite superiori di 10 volte a quelle russe. Parole difficili da verificare, anche se, nonostante gli ucraini siano riusciti a liberare 7 villaggi nel Sud-Est del Paese, la loro offensiva non appaia, per il momento, inarrestabile, come ipotizzavano le cancellerie più vicine a Kiev. Gli Stati Uniti intanto parlano di ulteriori aiuti economici e della possibilità di fornire gli attesi Abrams di armi con proiettili all'uranio impoverito. Mentre i russi continuano a bombardare nella notte il Paese, come avvenuta a Kryvyj Rih, città natale di Zelensky, dove i missili hanno colpito le abitazioni facendo, di nuovo, una strage di civili.