Ucraina, sostegni per famiglie che accolgono profughi

23 mar 2022
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Pascal e Federico vivono a Milano con quattro cani, due gatti e due figli, il terzo lavora all'estero e così una stanza è libera. Appena è scoppiato il conflitto, non hanno avuto dubbi: Julia e i suoi bambini di 3 e 12 anni sono arrivati i primi giorni di marzo. Entro nella loro casa, mentre fanno colazione, per capire quali possono essere le difficoltà. Penso subito alla lingua. "Lo risolviamo facilmente con la mimica, con Google... ci capiamo sempre! Poi c'è uno scambio molto anche culturale, a livello cucina per esempio, ieri sera abbiamo mangiato .... Julia ha cucinato. Top!". Permesso di soggiorno, tamponi, richiami dei vaccini e inserimento a scuola, le difficoltà sono queste, ci spiega Pascal, risolvibili ma ci vuole tempo da dedicare, una grande serenità, una famiglia compatta. Le spese però aumentano in casa, ci sono più bocche da sfamare, Julia non ha soldi. "Siamo più attenti, andiamo più spesso al discount che è la distribuzione tradizionale, diciamo. Lo Stato dovrebbe dare i soldi, come tanti Stati europei lo stanno facendo. Almeno un minimo al giorno, a persona". Welcome Refugees, che si occupa dell'accoglienza nelle famiglie, ha ricevuto migliaia di disponibilità: 900 le candidature di famiglie nella sola Milano, dove le convivenze attive sono una trentina, con un tutor che aiuta a risolvere le questioni linguistiche e burocratiche. La situazione con il passare delle settimane, si complica. "Ci siamo trovati di fronte a persone e, pure noi eravamo stupefatti, non ce lo aspettavamo, estremamente fragili, traumatizzati, i bambini che dopo poche ore iniziano a manifestare sintomi comunque post-traumatici, e soprattutto non hanno proprio i soldi neanche per provvedere al proprio sostentamento per una giornata. Ci chiedono un sostegno sia nella copertura delle spese della famiglia, sia nelle coperture, questo è molto importante e molto urgente, in un ... Pocket Money, quindi dei soldi da dare immediatamente alla persona che arriva, perché possa sostenere le proprie spese". "Siamo qui per aiutarci e scambiarci, non è carità intendo, è solo: accolgo, ascolto, do una mano quanto posso e soprattutto, rispetto".

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