Sembra passato più tempo, il mondo non è più lo stesso, ma è soltanto un mese che è cominciata la guerra in Ucraina. Quando il 24 febbraio Putin decide di inviare il suo esercito dentro il territorio governato da Kiev prima con il riconoscimento di Donetsk e Lugansk, con le repubbliche in rosso sulla destra, le repubbliche autoproclamate. E di fatto, insieme alla Crimea, inizia la sua avventura militare. Il 26 febbraio colpisce anche Kiev. Si avanza a Melitopol, nel sud. L'idea è di prendere velocemente Kiev e di instaurare un nuovo governo, un governo fantoccio come è stato quello filorusso di Yanukovich. E ancora avanza il primo marzo sull'est del paese. Qui funziona tutto nel senso che la logistica militare russa riesce a portare attacchi a ripetizione a Kharkiv e ancora a Kiev, dove però l'esercito ucraino regolare riesce a difendersi meglio. Ancora, andiamo avanti, il 4 marzo l'attacco a Kherson, le forze militari russe dalla Crimea si spostano e cercano di circondare la città di Mariupol, che iniziamo a imparare a conoscere, l'11 marzo. Si cerca di colpire anche nell'ovest del paese, di chiudere le retrovie perché arrivano armi, armi anche importanti all'esercito regolare ucraino e dunque gli attacchi a Ivano-Frankovsk, a Dnipro, a Lutsk, proprio per cercare di interrompere queste linee. E poi il 20 marzo, siamo ai giorni nostri, colpita la scuola di Mariupol, la città è assediata, è presa su più lati. Adesso le prossime mosse, certamente questa avanzata russa sta centrando i suoi obiettivi militari e non più politici, non più Kiev ma proprio Mariupol, per stringere il Mare d'Azov e di fatto mettere sotto il controllo russo tutta la costa del Mar Nero.