Un lungo braccio di ferro finito con la concessione dell'asilo politico così le autorità venezuelane hanno consentito un salvacondotto per la Spagna al candidato dell'opposizione Mundo Gonzalez Urrutia. Rivendicava la vittoria alle elezioni presidenziali del 28 luglio contro Nicolas Maduro. Ha lasciato ieri sera il Venezuela per approdare in Spagna Madrid, era rimasto nascosto in rifugi sicuri e segreti e clandestini da quando il Consiglio Nazionale elettorale aveva assegnato la contestata vittoria a Maduro per un terzo mandato di sei anni nonostante l'opposizione gran parte della comunità internazionale non avessero accettato questa riconferma e avessero animato una complessa crisi post elettorale agitata da svariate manifestazioni spontanee che hanno già provocato 27 morti 192 feriti e quasi 2mila e 400 arresti. Tutti a contestare i brogli nelle elezioni del 28 luglio in particolare proprio la vittoria con il 52% di voti di Maduro, a fronte di quanto sostenuto dalle opposizioni guidate dall'ex deputata liberale Maria Corina Machado che attribuisce al 75enne Gonzalez Urrutia più del 60% dei voti con prove raccolte su un sito web che ha digitalizzato i registri di conteggio raccolti dai testimoni nei seggi elettorali. Intanto, però sul leader dell'opposizione pendeva un mandato di arresto per diversi reati tra cui incitamento alla disobbedienza e cospirazioni legati alle proteste avvenute dopo le elezioni. Quasi inevitabile dunque per Urrutia virare verso la capitale iberica. Il governo spagnolo si impegna a rispettare i diritti politici e l'integrità fisica di tutti i venezuelani ha dichiarato sui social il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Alvarez. Non è finita. Le forze di sicurezza venezuelane circondano ancora l'ambasciata argentina a Caracas dopo aver sospeso la sua amministrazione da parte del Brasile dove si trovano altri sei dirigenti dell'opposizione che come Gonzalez Urrutia ancora rischiano l'arresto.