Usa 2016, bufera per le frasi sessiste di Trump

09 ott 2016
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La tradizione parla della sorpresa di ottobre in grado di influenzare in modo decisivo l’andamento dell’ultimo mese di campagna elettorale a stelle e strisce. Il 2016 ha tenuto fede alla tradizione in maniera a dir poco dirompente. “Non mollo, non ho mai mollato in vita mia e non mi costringeranno mai a mollare”. È mattina negli Stati Uniti quando Donald Trump scandisce queste parole. Non è bastato il video notturno di scuse. Le denunce e le prese di distanza da parte dei repubblicani di tutti i livelli si stava accompagnando a richieste esplicite e numerose di rinuncia, magari a favore del suo vice, Mike Pence, anche lui offeso da parole indifendibili. “Non mollo”, promette il candidato e in un’unità di crisi improvvisata nella Trump Tower, presente Rudy Giuliani e Chris Christie, prepara il contrattacco. Il momento della verità sarà qui alla Washington University di Saint Louis, quando salirà sul palco del secondo faccia a faccia con Hillary Clinton. Donald Trump dovrà combattere su tre fronti. Il primo contro la democratica, il secondo per conquistare gli indipendenti e il terzo per convincere i repubblicani e l’establishment, più che la base, di essere ancora lui il candidato, l’unico candidato, in grado di ascoltare l’America e di passare il proprio messaggio all’America, tutta l’America, non solo quella repubblicana. “Io penso al vostro posto di lavoro. Hillary vuole solo distruggermi da un lato. Le mie sono state parole. Bill parole simili le ha rese azioni e Hillary ha sempre perseguitato le vittime di quelle azioni dall’altro”, sperando che sia sufficiente a compattare i repubblicani, a convincere gli indipendenti a calmare le donne. Ne parla con Ivanka mentre in avanscoperta manda Melania che con un comunicato, solo ventiquattro ore dopo, va detto, e non è un dettaglio, condanna le parole, ma lo difende anche: “Non rappresentano l’uomo che conosco con il cuore e la mente di un leader. Spero che accetterete le sue scuse, come ho fatto io”. Alle stesse donne si appella Hillary. Rappresentano, d’altra parte, il 53 per cento degli elettori registrati. “Insieme possiamo battere Trump”, dice la democratica. Intanto, tra le tante posizioni di condanna, spiccano le parole di Joe Biden, l’autore di quasi tutte le leggi contro la violenza sulle donne, che non usa mezzi termini. “Questi comportamenti, scrive il vicepresidente, sono un abuso di potere. Non sono oscenità, sono violenza sessuale”.

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