“A volte mi sembra di avere in casa due ragazzini, mio figlio di 11 anni e Donald”. Questa è l’unica battuta che Melania Trump si è concessa in una complicata intervista in cui ha preso le difese del marito, sempre più in difficoltà nei sondaggi dopo gli scandali a sfondo sessista che lo hanno travolto negli ultimi giorni. Melania lo definisce un gentleman e sostiene che le donne che lo accusano di molestie lo fanno senza prove e non è un caso che alla fine ad esporsi sia stata proprio lei, la sua compagna di vita. La strategia sembra voler evitare che di queste questioni così scivolose parli direttamente Donald Trump, che invece continua in modo martellante a ribadire che c’è un alto rischio di brogli nelle elezioni dell’8 novembre. I repubblicani non lo sostengono in queste accuse. Dall’entourage della Clinton, invece, fanno sapere che è solo un ultimo disperato tentativo per mettere le mani avanti rispetto ad una sempre più certa sconfitta. Ma dall’altra parte rimangono silenti sullo scandalo delle mail della candidata democratica, che ogni giorno assume nuove sfumature. Le ultime riguardano un rapporto dell’FBI da cui si evince che il Vicesegretario di Stato, Patrick Kennedy, avrebbe fatto pressioni sul Bureau per declassificare una particolare mail della Clinton che era considerata sensibile e quindi segreta, proponendo un “qui pro quo”, si legge nei documenti, vale a dire la possibilità per l’FBI di aprire nuovi uffici oltreoceano se avessero portato avanti la richiesta. “Uno scandalo peggiore del Watergate” ha tuonato Trump, pronto ad alzare ulteriormente il livello dello scontro in vista dell’ultimo dibattito televisivo in programma domani a Las Vegas, come dimostra anche il suo corteggiamento nei confronti di Putin, che – promette Trump – quando il prossimo 8 novembre vincerà le elezioni sarà uno dei primi leader mondiali che vorrà incontrare, ancor prima del suo insediamento alla Casa Bianca.