USA 2020, dibattito serrato tra i candidati democratici

14 set 2019
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Se si dovesse scegliere chi è uscito meglio dall'ultimo dibattito dei democratici, probabilmente sarebbe il convitato di pietra, quello che, il Presidente, lo ha già fatto: Barack Obama. Grazie alla lealtà piena del suo ex vicepresidente, Joe Biden, e grazie al suo tasso di popolarità fra gli elettori DEM, l'ex Presidente ha avuto, per la prima volta da quando è partita la sfida nel suo partito, per scegliere chi dovrà sfidare Trump nel 2020, un pubblico riconoscimento del suo lascito politico dalla maggior parte dei candidati, che invece nei primi due dibattiti erano apparsi più concentrati a prendere le distanze da Obama, anche per mettere in difficoltà il loro avversario, al momento più forte nei sondaggi, Biden. L'ex vicepresidente, nell'ultimo confronto, non ha eccelso, ma mantiene il suo vantaggio rispetto agli altri nove sul palco, che, tranne sporadiche occasioni, non hanno deluso i loro sostenitori, senza neanche però mostrare un guizzo in grado di impensierire Biden. Il fatto che sul palco della Southern University di Houston ci fossero solo i dieci candidati più avanti nei consensi, ha permesso comunque agli elettori DEM di farsi un'idea più chiara su alcuni argomenti-chiave e soprattutto di capire che, alla fine, sono più le questioni che uniscono che quelle che dividono. A partire dalla versione comune per Trump, passando per gli aumenti dei salari per gli insegnanti o per la lotta al cambiamento climatico, sono molte le questioni su cui le posizioni convergono. Basti pensare anche al tema dei controlli sulla vendita delle armi, in cui si è distinto particolarmente Beto O'Rourke, il sindaco di El Paso, dove poco più di un mese fa, sono morte 22 persone nell'ultima strage in un centro commerciale. Rimangono però due questioni importanti che saranno dirimenti per la scelta degli elettori e su cui si percepisce chiara la crepa fra le due anime del partito: l'immigrazione e la sanità Se sul primo punto tutti intendono superare la politica dei muri di Trump, le ricette, però, sono molto diverse. C'è chi chiede confini molto più aperti e permeabili, come Elizabeth Warren, Kamala Harris e Julian Castro che ha accusato Biden della politica dei rimpatri di Obama, e chi, come Bernie Sanders, vuole comunque assicurarsi di preservare i lavoratori americani. E poi ci sono le posizioni più moderate dell'ex vicepresidente, che rimane l'antagonista più prominente per "la piattaforma progressista o socialista", come ama definirsi. Anche sulla sanità, con Warren e Sanders, che hanno fatto del superamento dell'Obamacare e dell'assicurazione sanitaria per tutti, uno dei cardini del loro programma. Ma c'è chi in realtà non vede grandi differenze fra le anime dei democratici, in particolare il Presidente Donald Trump, che ha accusato tutti i candidati di portare avanti una piattaforma e un programma di stampo socialista.

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