USA 2020, Secondo confronto tra i candidati democratici

31 lug 2019
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“Donald Trump”, sono queste le prime due parole che la senatrice Elizabeth Warren pronuncia nella sua dichiarazione di apertura del secondo dibattito fra i candidati democratici per le presidenziali del 2020, ospitato dalla CNN a Detroit. Un appuntamento in due sere, ieri ed oggi, per dare opportunità di parola a 20 candidati. L'ultimo di questo tipo, dato che dal prossimo dibattito si limiterà la partecipazione a chi ha un sufficiente livello di consensi e di finanziamenti. Ma l'impressione, al termine della prima serata, è che comunque sul palco l'ombra più pesante, più presente, sia quella del Presidente. La preoccupazione comune e tangibile è come batterlo, ma le ricette divergono. Ieri sera sul palco c'erano, fra gli altri, i due candidati considerati più di Sinistra, il senatore Bernie Sanders e la senatrice Elizabeth Warren, che si sono trovati a fare spesso squadra, come sulla sanità. “La sanità è un diritto umano, non un privilegio. Questo è quello in cui credo e per cui lotterò”. Più caute e attente anche a tutti gli americani della classe media, che hanno un'assicurazione e ne hanno visto aumentare i costi con Obamacare, le posizioni degli altri candidati, che hanno difeso il sistema, pur riconoscendo la necessità di migliorare l'accesso e il livello della sanità pubblica, con il giovane Sindaco di South Bend, in Indiana, Pete Buttigieg, che ha provato a fare da mediatore, spiegando che bisogna trovare soluzioni di buonsenso, senza cercare di imitare i repubblicani, che, comunque, punteranno a bollare come socialista ed estremista chiunque vinca le primarie. Che il divario tra le posizioni più o meno progressiste esista è comunque un dato di fatto, ed è emerso chiaramente nel dibattito, oltre che sulla sanità, anche sul commercio, con Sanders e Warren dubbiosi sugli accordi di libero scambio, sull'immigrazione, con la spaccatura tra chi invita a non incentivare sempre più persone ad entrare e chi invece vorrebbe depenalizzare l'immigrazione clandestina. “Per risolvere il problema dell'immigrazione clandestina bisogna depenalizzarla”. Posizioni comune, invece, sulla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e di farlo in fretta, così come sull'importanza di riaprire il dialogo con quelli che sono gli alleati storici, a partire dall'Europa, come ha spiegato ai nostri microfoni Bernie Sanders: “A differenza di Trump, io non ho una fascinazione per autocrati o dittatori, che siano in Russia o in Arabia Saudita. La mia amicizia va ai paesi democratici che credono nei diritti umani”.

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