Usa, oggi voto della Camera per impeachment Trump

13 gen 2021
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Attenti a quello che desiderate, Donald Trump è tornato a parlare per la prima volta dal video con cui, all'indomani del 6 gennaio ha finalmente riconosciuto la sconfitta elettorale e lo fa con parole minacciose, avvertendo sui rischi e sulla rabbia che una sua rimozione dalla Presidenza prima del 20 gennaio potrebbe creare. Non solo, Trump in visita al muro al confine tra Texas e Messico si auto assolve, definendo il suo discorso d'incitamento alla folla, prima dell'assalto al Campidoglio, come completamente appropriato. Secondo i sondaggi, però, la maggioranza degli americani non la pensa come lui, così come non sono d'accordo i democratici, alcuni repubblicani, che già oggi, ad una settimana esatta dall'insediamento di Joe Biden, daranno un segnale forte approvando la richiesta di impeachment, nella Camera dei rappresentanti per incitamento all'insurrezione. I tempi per arrivare alla fine del procedimento con un processo al Senato e un voto a maggioranza di due terzi sono però strettissimi, ma si potrebbe decidere di spostare il dibattito in Senato dopo l'arrivo di Biden alla casa Bianca, anche se i giuristi sono divisi sull'opportunità di una tale decisione. Tuttavia, proprio dal Senato arrivano segnali importanti, il leader dei repubblicani, uno dei politici più influenti di Washington, Mitch McConnell, sembra sia infatti favorevole all'impeachment per bloccare qualsiasi futuro politico di Trump all'interno del partito, tramontata invece l'ipotesi di un ricorso al venticinquesimo emendamento, che permette al vicepresidente, con l'appoggio della maggioranza del Governo, di rimuovere un Presidente per sopraggiunta incapacità fisico mentale. Pence in una lettera a Nancy Pelosi ha sottolineato di non ritenere questa soluzione come la migliore, né da un punto di vista costituzionale, né da un punto di vista di interesse nazionale, visto che questo secondo il vicepresidente è il momento di unire e curare le ferite. Al di là dell'impeachment crescono le preoccupazioni per i prossimi giorni e per possibili nuove manifestazioni armate su tutto il territorio nazionale da parte di supporter di Trump, non a caso ieri è arrivato un segnale chiaro dal Pentagono con tutti i comandanti di stato maggiore che hanno diffuso un inusuale comunicato congiunto in cui condannano le violenze, ricordando che tutti i membri delle forze armate devono difendere la Costituzione e rigettare l'estremismo, sottolineando che dal prossimo 20 gennaio il Paese avrà un nuovo comandante in capo, Joe Biden.

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