Gli Stati Uniti sono pronti a riprendere il negoziato per un trattato commerciale di ampio respiro con Taiwan, anche se non si parla per il momento di un trattato di libero scambio. Non è la prima volta che gli Stati Uniti parlano di un negoziato più volte annunciato ma mai di fatto affrontato concretamente. Ma ribadirlo in questi giorni assume certamente un significato politico molto forte e una nuova sfida a Pechino, che infatti reagisce con estrema durezza. "La Cina non accetterà mai attacchi alla propria sovranità", ha detto un portavoce del Governo cinese, "e reagirà risolutamente contro ogni tentativo di colpire i propri interessi". I colloqui dovrebbero iniziare il prossimo autunno, proprio in concomitanza con il ventesimo congresso del PC cinese, destinato a concedere il terzo, storico, mandato all'attuale Presidente XI Jinping e dovrebbero riguardare vari aspetti del commercio bilaterale, compreso il delicato settore dei semiconduttori nel quale Taiwan è leader mondiale e primo fornitore sia della Cina che degli Stati Uniti. Ma non sarà un negoziato facile, visto che l'interscambio commerciale tra Taiwan e gli Stati Uniti rappresenta appena la metà di quello con Pechino. Grande clamore ha suscitato nel frattempo negli Stati Uniti l'intervista rilasciata da Hsiao Bi-kim, ambasciatore di fatto di Taiwan negli USA: "Pechino ha sbagliato tutto, con la sua esagerata reazione non ha fatto che aumentare l'interesse e la solidarietà per il nostro Paese". E infatti sembra ci sia la fila ora per andare a visitare Taiwan. Nelle prossime settimane sono attese delegazioni di deputati canadesi, inglesi, giapponesi e tedeschi.