D'ora in poi, almeno in teoria, dovremmo chiamarlo Vaxzevria. Così infatti è stato ribattezzato il vaccino di AstraZeneca che finora aveva come nome ufficiale l'impronunciabile ChAdOx1-S. Forse un tentativo di ripartire da zero con l'opinione pubblica dopo tutti i problemi delle ultime settimane, anche se non è escluso che ci si continuerà a riferire a questo preparato con il nome dell'azienda angolo svedese che lo produce AstraZeneca per l'appunto. Aggiornato anche il bugiardino, che dopo le raccomandazioni dell'EMA, inserisce ora anche il rischio trombosi tra i possibili effetti collaterali. Raccomandazioni che evidentemente non sono però bastate in Germania, dove la città di Berlino e il Land del Brandeburgo, hanno deciso in via precauzionale di sospendere la somministrazione di AstraZeneca o Vaxzevria che dir si voglia, per tutte le persone sotto i 60 anni. Intanto l'Austria minaccia il veto per bloccare 100 milioni di dosi di Pfizer per i Paesi Europei, in arrivo nell'ultimo trimestre dell'anno, se non otterrà più dosi del previsto tra quelle extra che saranno consegnate nel secondo trimestre. L'Austria e infatti uno di quegli Stati membri che avevano deciso di ordinare meno dosi di Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson, per puntare tutto su AstraZeneca, considerato un vaccino più economico è semplice da gestire. Le dosi a cui ha rinunciato Vienna sono state dunque redistribuite tra i Paesi che ne hanno fatto richiesta come da regolamento. Con i forti ritardi di AstraZeneca, il Cancelliere Kurz si è reso però conto dell'errore commesso e ora pretende di essere risarcito, ma finora dalle altre Capitali non è arrivata alcuna disponibilità.