L'inserimento accidentale del giornalista Goldberg nella chat dedicata al raid nello Yemen è stato un grosso errore. Questo ormai lo riconoscono anche dalla Casa Bianca. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Waltz si è scusato per la svista. E la polemica si sposta così sui contenuti della chat, dopo che Goldberg, accusato di essere un bugiardo, ha pubblicato sull'Atlantic l'intera conversazione online per dimostrare che conteneva anche materiale sensibile. I diretti interessati insistono: nessun piano militare è stato condiviso. Si tratta però di informazioni che, se finite in mano nemica o in pasto al pubblico, avrebbero potuto avere conseguenze gravi. Tra i membri della chat molti adottano un ragionamento che può apparire capzioso: poiché il diritto di decidere cosa è segreto spetta al Segretario alla Difesa, dicono, il fatto che le informazioni siano state diffuse proprio da Pete Hegseth dimostra che non erano segrete. Una versione che non soddisfa i Democratici, e non solo loro per la verità. Se il capo del Pentagono, dicono, non è in grado di capire quali contenuti rappresentino un rischio per la sicurezza nazionale la faccenda è addirittura più grave del previsto. Hegseth è, da sempre, uno dei membri più discussi dell'Amministrazione, e ora l'opposizione chiede la sua testa. Trump è cauto: non so se le informazioni fossero confidenziali, dice. Forse Signal non funziona così bene, ammette poi. E ribadisce: è una caccia alle streghe. La portavoce Carolyn Levitt è, ovviamente, sulla sua stessa linea. Con una scelta irrituale la Casa Bianca ha affidato anche al team di Elon Musk il compito di chiarire cosa sia andato storto dal punto di vista tecnico. .