Lettonia, ultima frontiera del conflitto ucraino - Parte 1

19 mar 2022
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Non sembra essere casuale, da una parte c'è l'ambasciata russa a Riga, capitale della Lettonia, sul lato opposto della strada c'è il più grande centro di accoglienza per rifugiati ucraini del Paese Baltico. A pochi passi dalle finestre dell'ambasciatore russo, una gabbia contiene una scena macabra: un fantoccio che rappresenta il cadavere di Putin. Fantoccio che i bambini possono prendere a bastonate. Intorno all'ambasciata poi ci sono le transenne della polizia lettone, ma proprio di fronte all'ingresso principale c'è una gigantografia di Putin. Il suo volto è quello della morte. Infine, tante bandiere ucraine nelle mani degli attivisti che circondano l'edificio. E sono proprio le bandiere a colpire per primi gli occhi di chi atterra a Riga, quelle ucraine sono ovunque, molto più di quelle lettoni. Del resto il Paese ha ben chiaro quale sia il suo ruolo: primo tra gli Stati Baltici a rischio invasione in un'eventuale escalation del conflitto ucraino, perché stretto tra Russia e Bielorussia, con il 30% della propria popolazione russofona. Sono già oltre 6.000 i rifugiati ucraini che sono arrivati in Lettonia, un numero importante se confrontato con quello della popolazione che non arriva neanche a 2 milioni di persone. Qui, come in tanti altri posti, vediamo arrivare soprattutto donne e bambini. I pochi uomini che arrivano mettono in sicuro le famiglie e poi tornano al fronte per combattere. Uno sforzo non indifferente per una piccola Nazione, anche se chi arriva a Riga un posto dove andare in genere già ce l'ha. La seconda minoranza del Paese dopo quella russa è proprio quella ucraina. Roberto Meloni è un italiano, conduttore televisivo e cantante, che vive da anni in Lettonia. Lo incontriamo sotto il monumento per la Libertà nel centro di Riga. "Ci sono delle tensioni in questo momento?" "Sì, ci sono delle tensioni, più o meno palpabili, però ci sono. Però quello che mi sento di dire e che anche il Governo lettone dice molto spesso e fa anche chiaramente capire alla gente è che comunque la situazione è stabile. Noi siamo pronti, la NATO ci appoggia, ci difende. Da un altro punto di vista, logicamente, aumenta la tensione, la paura che veramente ci sia un reale pericolo di un possibile attacco russo. E il fatto che spesso ucraini e russi si incontrino anche qua in Lettonia e si abbraccino e dimostrino affetto l'un l'altro fa veramente chiarire che non è una questione russa o una questione ucraina ma è una questione che va oltre le lingue, oltre le frontiere, oltre le culture, oltre gli Stati".

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