Alla fine, come sempre, l'ha risolta a modo suo, dopo un confronto asperrimo con l'opposizione democratica,, Donald ha preso l'iniziativa e ha firmato quattro ordini esecutivi, un piano di aiuti a sostegno dell'economia americana fiaccata dal coronavirus. Coronavirus, che peraltro non smette di mietere vittime ed estende la sua scia mortale su tutto il Paese, ponendolo saldamente in cima alla lista delle Nazioni più colpite, con oltre 161 mila vittime. Ma il vero malato è l'economia, ed è per questo che Trump si è deciso a mettere mano al portafogli, estensione dei sussidi di disoccupazione federali per 400 dollari a settimana, rinvio dell'imposta sui salari per chi guadagna meno di 100 mila dollari, posticipo dei pagamenti e dei prestiti universitari e proroga della moratoria federale sugli sfratti. Il problema è che l'assegno per i disoccupati ha così ricevuto un taglio cospicuo di ben 200 dollari, prima erano 600. In secondo luogo il sussidio è sì federale ma grava per il 25% sulle casse degli Stati, molti dei quali hanno già chiarito di non avere soldi. Come sempre in questi casi ci si domanda quanto ci sia di strumentale dietro gli annunci e le obiezioni, visto l'approssimarsi della data delle elezioni presidenziali. Trump ha consensi in calo per un insieme di ragioni. Per la gestione della pandemia in primis, ma anche per le incessanti tensioni razziali che hanno lacerato il Paese, anche se il vero spauracchio è rappresentato appunto dell'economia letteralmente al collasso, con un calo del Pil stimato in uno scioccante meno 37% nel secondo trimestre dell'anno, e che dovrebbe attestare la picchiata dell'economia americana al 6,6%. E così nel suo annuncio degli aiuti ex tycoon ha accusato i vertici Dem di voler rubare le elezioni, e di aver fatto saltare le trattative al Congresso perché volevano nel pacchetto cose che non aveva no nulla a che fare con la pandemia. Fatto sta che mentre i democratici chiedevano 3000 miliardi di aiuti, i repubblicani ne davano solo 1000, e alla fine Trump ha chiuso la discussione.