La guerra della fame e del freddo, senza dimenticare la guerra combattuta sul campo e i raid missilistici terrorizzano e imperversano su tutte le regioni senza interruzione. La Commissione europea, annuncia la sua presidente Von der Leyen, pagherà per spedire 40mila tonnellate di grano ucraino tramite due navi, presto dall'Europa arriveranno anche i generatori elettrici per far fronte all'emergenza energetica, i danni causati dagli attacchi russi a metà delle infrastrutture ucraine ha gettato il Paese nella morsa del gelo, intere città sono al buio, a Kiev metà delle case sono senza luce, 130mila persone, l'acqua va e viene. Una volta volevano distruggerci con la fame ora con l'oscurità e il freddo, tuona il presidente Zelensky in occasione della commemorazione dell'Holodomor, lo sterminio per fame provocato dall'Urss di Stalin negli anni trenta. Sul territorio non si fermano i combattimenti e i raid nel sud e nell'est del Paese, sempre lontana la via negoziale, la diplomazia tace ma quello che si muove dietro le quinte inquieta e fa riflettere. Un centro studi di intelligence statunitense sostiene che il Cremlino ha deciso di trovare una soluzione radicale pur di trascinare la Bielorussia nella guerra in Ucraina, per vincere le resistenze del suo alleato, il presidente bielorusso Lukashenko e intimidirlo, i servizi segreti russi sono pronti ad organizzare un attentato o un fallito attentato da far ricadere sull'Ucraina appoggiata dalla Nato. Non passano poche ore da questo articolo che dalla Bielorussia arriva una notizia shock, la morte improvvisa e misteriosa del ministro degli Esteri bielorusso Makei, che avrebbe dovuto incontrare presto il suo omologo Lavrov. Per il governo di Kiev potrebbe essere stato avvelenato, era uno dei pochi a non essere sotto l'influenza russa potrebbe essere un avvertimento per Lukashenko.