“Lei è favorevole a un sistema elettorale maggioritario o proporzionale?” “Proporzionale. Diciamo che è anche quello che è uscito successivamente all'accordo, dopo la riduzione del numero dei parlamentari, all'interno della maggioranza, con un lavoro impegnativo, ma che ha visto una maggioranza unita con una proposta che oggi è all'interno della I Commissione, che abbiamo chiamato “germanicum”. E' molto positiva perché ha la possibilità di portare anche una certa comunicazione diversa all'interno della dialettica politica e poi chiaramente ha una soglia di sbarramento al 5 per cento, una possibilità di poter essere rappresentati, un diritto di tribuna anche per chi riesce ad avere in due regioni tre quozienti pieni in tre circoscrizioni, quindi permette di poter avere rappresentanza, ma anche di mettere una soglia”. “La soglia di sbarramento potrà scendere?”. “Io non credo. Diciamo che in questo momento vi è un accordo tra i gruppi parlamentari. Una soglia del 5 per cento permetterà al Parlamento di avere una semplificazione, una semplificazione che porterà a cinque, sei forze politiche e quindi anche ad un modo diverso di confrontarsi sotto il profilo politico durante la campagna elettorale”. “Secondo lei è corretto dire che il proporzionale aumenta la frammentazione e il maggioritario favorisce il bipolarismo?”. “Il maggioritario nel nostro Paese non ha avuto successo, ce lo possiamo dire tranquillamente, anzi, ha prodotto spesso e volentieri un'iniziale divisione in due gruppi politici, cosa che oggi non c'è più, in due posizioni, in un bipolarismo che di fatto non ha funzionato. Il germanicum mi sembra adatto a quello che è in questo momento il nostro Paese. Lo ripeto ancora una volta: semplifica, costringe anche le forze politiche a identificarsi all'interno del loro quadro di programma con cui arrivano nei confronti dell'elettore. E poi, non solo, permette anche di avere una comunicazione, che oggi è una delle cose più importanti nella politica, certe volte anche più dei contenuti, e io di questo assolutamente non sono contento, però permette anche di parlare in un altro modo e di dialogare tra le forze politiche in modo più mite, più moderato. Ne abbiamo assoluta necessità”. “Qual è il sistema elettorale migliore per dare voce agli elettori e perché?” “Io credo che sia il proporzionale in questo momento, come la proposta appena fatta. Darà la possibilità, ripeto ancora una volta, di semplificare inizialmente, di ridurre l'offerta politica, se la possiamo chiamare in questa maniera, soprattutto di dare la possibilità ai cittadini di votare una sola forza politica, la quale andrà in Parlamento e all'interno del Parlamento, attraverso il lavoro successivo di identificazione di un governo attraverso l'accordo tra le forze politiche, proporre un governo, che deve essere, a mio avviso, stabile e duraturo”. “Non si perde un elemento di chiarezza se le coalizioni di governo si formano dopo il voto?” “No, non credo assolutamente. Credo che in questo momento bisogna più che altro avere quel senso di maturità che forse al Paese è mancato negli ultimi anni, che stiamo cercando di portare con questo Governo, di riuscire a poter identificare un percorso costruito su un programma, un programma che deve essere messo in chiaro e nel quale riuscire ad identificare i passaggi importanti per la crescita e la trasformazione del nostro Paese”. “Perché l'Italia ha cambiato o provato a cambiare così tante volte la legge elettorale in 25 anni?” “Credo che vi sia sempre stato un errore gravissimo: quello di fare la legge elettorale contro qualcuno. Se eri al governo la facevi contro l'opposizione per poter avere successo nelle successive elezioni, cosa che invece questo Governo non vuole fare, questa maggioranza soprattutto non vuole fare. E' per questo motivo che la legge elettorale è stata fatta all'interno di un percorso più ampio nel 2020 - verrà chiusa nel 2020 - quando invece si andrà ad elezioni nel 2023, quindi non si fa una legge elettorale contro qualcuno, ma si fa una legge elettorale per il bene del Paese”. “Una legge proporzionale con premio di maggioranza potrebbe essere alla fine un punto di compromesso?”. “Io credo che in questo momento abbiamo identificato un percorso, credo che sarà il Parlamento a decidere i passaggi successivi”.