Una sconfitta ma non una debacle - dice Giorgia Meloni - che spiega come i risultati delle amministrative si siano conclusi sostanzialmente con un pareggio tra il centrodestra e il centrosinistra. Questo nei numeri dei sindaci conquistati ma non certo nel peso delle città vinte. Perdere la sfida a Roma e Torino è senza dubbio una sconfitta da analizzare, soprattutto all'interno del centrodestra. "Rimane sicuramente per quello che riguarda il centrodestra un tema di fondo che ci penalizza. Credo che anche questa sia una valutazione da fare: oggi a livello nazionale i tre partiti del centrodestra hanno sostanzialmente tre posizioni differenti. Che il centrodestra debba lavorare immediatamente per dare un orizzonte, per mettere in campo una proposta chiara, credibile, coraggiosa, coesa di governo della Nazione che sia perfettamente e chiaramente riconoscibile. Credo che ci si debba vedere già questa settimana". Di certo solo la conferma di Trieste evita a Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia di restare a mani vuote di grandi centri. Matteo Salvini parla di sindaci votati dalla minoranza della minoranza dopo una campagna elettorale surreale passata ad inseguire i fascisti che sono solo sui libri di scuola, dice. "Noi andavamo al ballottaggio in 65 comuni. Il centrodestra aveva otto sindaci uscenti. Dai dati che emergono nelle grandi città: a Roma, Torino e Trieste vengono riconfermati i sindaci uscenti. Poi ovviamente avremmo preferito vincere a Roma piuttosto che perdere a Roma, però, i cittadini hanno sempre ragione". Silvio Berlusconi già in campagna elettorale aveva fatto autocritica, dicendo che nella scelta dei candidati si poteva fare di più e che sono stati scelti troppo tardi. Unica nota positiva per Forza Italia è la vittoria a Trieste dell'azzurro Dipiazza e di Occhiuto in Calabria due settimane fa.