Alla fine, dopo una giornata zeppa di ospiti, panel, ministri, Giorgia Meloni compare sul palco a sorpresa per presentare il Primo Ministro Libanese Mikati, che ha già incontrato a palazzo Chigi, e dice "Ci tengo molto, dopo tutto il lavoro insieme in questi mesi difficili." Poi è la volta del Presidente argentino Milei, e Meloni risponde indirettamente a chi da sinistra l'attacca. "Come noi condivide l'idea che la politica fatta solo di sussidi è una politica che porta i Paesi verso un baratro. Come noi sa che il lavoro è l'unico antidoto vero per la povertà." Grandi applausi a Milei, pubblico che grida "libertà libertà", rendendo palpabile la vicinanza politica. Era stata Elly Schelin a parlare di Atreju come del "Favoloso mondo di Ameloni", lontano dalle esigenze degli italiani. Da qui ogni intervento rivendica invece proprio il contrario, la differenza fra questo Governo che fa le cose e altri che hanno fatto danni. E Giuseppe Conte proprio da Atreju il suo messaggio al PD. "Noi non saremo mail cespuglio e il junior partner di nessun'altra forza politica, mai. E cercheremo di confrontarci con le altre forze progressiste. Ma io l'ho sempre detto anche prima della Costituente. Non siamo per un'alleanza strutturale e organica ad esempio col PD o con altre forze, perché questo snaturerebbe le nostre battaglie." Il penultimo giorno di Atreju ha visto avvicendarsi fra i ministri Nordio, che ha difeso la sua riforma definendo assurda l'idea che possa essere considerata punitiva, Urso, ottimista in vista del prossimo confronto con Stellantis, Lollobrigida che ha rivendicato l'impegno del Governo per l'agricoltura, Piantedosi, che accanto alla sua omologa della Gran Bretagna ha ribadito che la gestione italiana sui migranti sta dando risultati e il progetto Albania non si ferma. Nelle prossime ore le conclusioni della manifestazione affidate a Giorgia Meloni.