È vero che è un'organizzazione internazionale che ha come finalità promuovere i diritti umani e non è un organo dell'Unione Europea malgrado il nome, ma comunque il Consiglio d'Europa col suo duro rapporto sui centri per rimpatri dei migranti, i cosiddetti cpr, arriva a rinfocolare una polemica già forte in Italia fra Governo e opposizione. In questa relazione, frutto della visita di emissari dell'organo anti tortura del suddetto Consiglio d'Europa in aprile, in quattro dei nove centri italiani si parla di pessime condizioni materiali, maltrattamenti, uso della forza eccessivo, utilizzo di psicofarmaci. La replica del Viminale è immediata e definisce questo rapporto basato su informazioni parziali e incomplete, chiarendo che già il mese scorso erano state fornite osservazioni dettagliate in risposta al dossier. Anche sul tema farmaci, visto che i trattamenti sono disposti su indicazioni dei medici e all'interno dei cpr sono previsti anche presidi sanitari, si sottolinea. Nella maggioranza è netta la reazione della Lega, che col vicesegretario Crippa attacca: "Nei cpr finiscono migranti irregolari, spesso pericolosi, che potrebbero lasciare i centri in pochi giorni se solo accettassero il rimpatrio ma la sinistra vorrebbe chiudere questi centri perché preferisce lasciarli a spasso." Dall'opposizione arriva una pioggia di commenti contro il Governo per le sue politiche sul tema migranti e sul cosiddetto modello Albania. In primis da Elly Schlein, impegnata proprio a visitare i centri albanesi al momento vuoti, che torna a chiedere conto di quello che definisce un immane spreco di risorse.