La decisione della Corte Costituzionale sull'Autonomia Differenziata sembra non scontentare né la Maggioranza né l'Opposizione, nel senso che ciascuna parte sottolinea diversi aspetti della sentenza, e così è soddisfatta la Lega, ma esulta anche il PD. Il Carroccio, che ha fatto di questa legge la sua bandiera, precisa che la Consulta ha stabilito che l'intera legge non è anticostituzionale, si legge in una nota diffusa dal partito, i rilievi, dicono dal Carroccio, saranno facilmente superati dal Parlamento. Soddisfatto anche il Ministro Calderoli, secondo il quale la decisione della Corte Costituzionale ha chiarito in maniera inequivocabile che la legge sull'Autonomia Differenziata nel suo insieme è conforme alla Costituzione. Sui singoli profili della legge, dice il ministro, attenderemo le motivazioni della sentenza per valutare gli eventuali correttivi da apportare. Diametralmente opposta la reazione di Elly Schlein: la Consulta ha stabilito che la legge è anticostituzionale, dice. Dopo due giorni di Camera di Consiglio, i giudici hanno accolto parzialmente il ricorso delle quattro regioni guidate dal centro-sinistra, Campania, Puglia, Sardegna e Toscana che hanno impugnato la legge Calderoli. La Consulta ha stabilito che non è fondata la questione di costituzionalità dell'intera legge, punto sul quale si focalizzano tutte le reazioni di centro-destra, considerando invece illegittime alcune specifiche disposizioni. Da qui l'invito al Parlamento a colmare i vuoti che ne derivano. Tra i 7 profili della legge ritenuti incostituzionali c'è la previsione che sia un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri a determinare l'aggiornamento dei Lep, i livelli essenziali di prestazione. Ma al di là delle bocciature, la Corte rimette al centro il principio di sussidiarietà. La sentenza verrà depositata nelle prossime settimane e peserà inevitabilmente anche sui quesiti referendari. Non tanto su quello abrogativo della legge, ma sugli altri che la Cassazione stessa potrebbe riformulare oppure dichiarare superati.