Bisogna fare presto per evitare la revoca delle concessioni. Allora serve pensiero veloce e un'intervista tempestiva quanto mirata al Corriere della Sera. Così l'amministratore delegato di Autostrade cerca di evitare la iattura, ciò che dissolverebbe lo stesso oggetto sociale di ASPI. "Noi", dice Roberto Tomasi, "siamo sempre stati disponibili al confronto con il Governo, abbiamo già avanzato le nostre proposte, con importanti investimenti a carico della società e una serie di compensazioni oltre alle risorse per Genova e alle esenzioni per ridurre i disagi di chi viaggia". Insomma comportamenti nuovi, profonda discontinuità su molti piani, la chiamano i vertici di ASPI e soldi per investimenti: 13 miliardi di euro nei 18 anni rimasti della concessione. "La revoca? Una iattura appunto, non solo per i Benetton. Tomasi spiega che con la revoca Autostrade rischia il fallimento, con gravi conseguenze per decine di migliaia di risparmiatori, oltre che per 7000 dipendenti e lavoratori dell'indotto. In queste ore c'è pure l'annuncio del blocco degli aumenti tariffari e dei rimborsi per chi rimane impantanato in fila sulla A14 per via dei viadotti sequestrati dalle autorità giudiziarie. Dall'altra parte il Governo ha fretta e necessità di chiudere una questione sulla quale soprattutto i 5 Stelle si giocano una buona parte della residua credibilità politica. La società privata ha omesso di investire in sicurezza e manutenzione. Ebbene, tutto questo non è più accettabile, andiamo avanti per garantire giustizia alle famiglie delle - vittime del ponte Morandi. Se Italia Viva resta lontana dalle convinzioni dei 5 Stelle, il PD è più cauto, ma sembra comprendere che assumere le parti dei Benetton adesso sia impresa complicata. Siamo al lavoro per rafforzare il controllo pubblico sui gestori delle concessioni, quanto alla revoca, per noi va fatta se emergeranno delle motivazioni di merito. Intanto l'intero dossier sui fatti recenti del crollo del ponte Morandi in poi, sarebbe già sul tavolo del Presidente del Consiglio. Dopo l'Epifania sarà di certo uno dei primi nodi da sciogliere.