Alla Camera i numeri ci sono. L'amalgama tra PD e 5 stelle ancora no. I numeri della vigilia a Montecitorio non davano indizio di possibili problemi. Discorso diverso potrebbe essere al Senato, dove, vedendo sempre i numeri, bisognerà guardare con attenzione anche al tabellone. Sarà importante lavorare assieme, oltre che votare assieme. Si pensa ad una sorta di coordinamento dei gruppi parlamentari che abbia un filo diretto con Palazzo Chigi. Su ambiente, aiuti alla famiglia, lotta alle diseguaglianze, si costruiscono in Parlamento le prime intese di Governo. Ma si tratta di titoli. Sarà da vedere quando si scenderà nello specifico. A scanso di equivoci, nella sua dichiarazione di voto il capogruppo 5 Stelle D’Uva mette in chiaro. Voglio tranquillizzare tutti che quota 100 era uno dei punti del programma del Movimento 5 Stelle e non lo tocca nessuno, come non si tocca il reddito di cittadinanza. Un messaggio per i nuovi alleati del PD, che rispediscono al mittente, all'opposizione, l’idea che questo sia un Governo nato dalla paura di andare al voto. Poi mi dovrete spiegare perché era legittimo che il primo e il terzo partito si alleassero e non è legittimo che si alleino il primo e il secondo partito usciti dalle urne. Incassata la fiducia alla Camera, in attesa della prova del Senato, intanto, si prova a chiudere la partita importante dei Sottosegretari già per questo fine settimana.