Nonostante le ipotesi di modifica affacciate a più riprese, il ddl sicurezza procede all'esame in Senato e si prepara ad arrivare in aula. L'ultimo articolo approvato il 31 che amplia i poteri dei servizi segreti, secondo le opposizioni, si tratta di una norma liberticida che punta a silenziare ogni forma di dissenso. L'articolo del quale l'opposizione aveva invece chiesto lo stralcio, è stato licenziato in Commissione Affari costituzionali e giustizia del Senato e il provvedimento approderà la prossima settimana in aula a Palazzo Madama. A denunciare per primo la pericolosità della norma è il senatore del Movimento Cinque Stelle già pm Roberto Scarpinato, secondo il quale con l'articolo 31 basterà invocare il principio della sicurezza nazionale e tutti dalle procure alle università fino agli enti ospedalieri, saranno obbligati a dare ogni informazione senza alcun controllo parlamentare. Un passepartout, afferma, che aprirà alle schedature di massa. Disegno di legge che riporta con il pensiero al periodo delle stragi e dei cosiddetti servizi segreti deviati, spiegano quindi i senatori del Pd Alfredo Basoli e Andrea Giorgis, che contestano inoltre un'altra parte della norma, quella che autorizza gli 007, non solo ad infiltrare, ma anche a dirigere le associazioni terroristiche. Non ravvisiamo nessuno di questi rischi, replica il forzista Maurizio Gasparri. Andiamo avanti, afferma, sia con il provvedimento sia con l'articolo 31. Da capire se arriveranno modifiche a un ddl che, a quanto trapela, ha sollevato nella presidenza della Repubblica dubbi di costituzionalità su più punti. Intanto resta in primo piano anche il caso Paragon dopo la lunga audizione al Copasir per due rappresentanti di Meta in Italia. Una vicenda sulla quale l'università di Toronto ha pronto un rapporto a firma dei ricercatori del Citizen Lab, secondo il quale il numero di spiati senza alcuna autorizzazione giudiziaria tra questi giornalisti e attivisti italiani è più alto di quello finora emerso. .