Le cose vanno fatte, perché si devono fare, non per un risultato immediato. Nel ricordo di Beniamino Andreatta, a cui Bologna intitola l'Aula Magna della Business School, il Presidente Draghi, richiama la politica ad un lavoro onesto, che deve risolvere i problemi ed aiutare i cittadini. Vale per tutto, per le riforme bloccate da veti e contro-veti, per i provvedimenti, per scelte necessarie, ma che rischiano di mettere in difficoltà economiche imprese e consumatori. Casus belli del giorno, l'aumento record delle bollette di gas ed elettricità, aggravate dai costi per la sostenibilità ambientale, mentre tra i partiti, è tutto un chiamarsi fuori. Draghi mette un punto fermo, la difesa del clima, non è rimandabile, il cambiamento costa ma va fatto. Lo Stato deve evitare che tutto questo si traduca in uno scoraggiante salasso. "I tempi di questo processo, devono essere ambiziosi, ma devono essere anche compatibili con le capacità di adattamento delle nostre economie e lo Stato, deve essere pronto ad aiutare cittadini ed imprese nell'affrontare i costi di questa complessa trasformazione". Al G20 delle fedi religiose, ribadisce che aiutare l'Afghanistan è un dovere morale. Tira le orecchie ad un'Europa che per anni non è stata in grado di costruire una politica comune su migrazioni ed asilo. Sui vaccini e sulla pandemia, l'Unione ha reagito meglio, ma ora un'altra sfida l'attende: aiutare tutti i Paesi poveri ad immunizzarsi. "Per sconfiggere la pandemia, la campagna di vaccinazione deve procedere spedita dovunque e solo così potremo salvare vite, frenare il contagio, evitare l'emergere di pericolose varianti. Oggi però soltanto il 2% della popolazione dei Paesi più poveri, ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte del 42% del resto della popolazione mondiale". Nell'album di giornata, anche l'abbraccio con Romano Prodi e con il Cardinale Zuppi. Poi il ritorno a Roma, con l'auspicio che anche lì, le sensibilità assopite dai calcoli di convenienza, si siano risvegliate.