Il tempo stringe e con le elezioni europee ormai alle porte una serie di nodi, interni ai singoli partiti, sono destinati a venire al pettine. Entro i primi di maggio le liste dovranno essere pronte, poco più di un mese per far chiarezza sulle candidature. In attesa che Giorgia Meloni sciolga la riserva, lo farà probabilmente alla convention del partito a Pescara il prossimo 21 di aprile, nel centrodestra sembra data per certa la candidatura di Tajani. Dentro Forza Italia si starebbe lavorando alla possibilità di aprire a liste civiche di aggregazione, d'accordo con Maurizio Lupi e Claudio Scajola. Nessuna candidatura per Salvini, in un momento delicato per la Lega appare evidente anche la resistenza di alcuni Governatori, nonostante il leader del Carroccio abbia detto più volte che vorrebbe Luca Zaia in lista. Rimane sul tavolo il nome del Generale Vannacci. Molto complicata la strada per la composizione delle liste all'interno del Partito Democratico, tra le richieste degli europarlamentari uscenti e la road map disegnata da Elly Schlein: candidate civiche come capolista, poi un uomo al secondo posto e lei al terzo, se scioglierà la riserva e deciderà di correre. Pur non mettendo in discussione il valore della candidatura della Segretaria, le perplessità registrate sono diverse: uno schema simile finirebbe per penalizzarle chi sta ultimando la legislatura, specialmente le donne, destinate a correre da posizioni marginali. Anche tra i 5 Stelle non c'è ancora chiarezza su possibili candidature, con l'ex sindaca di Roma Virginia Raggi bloccata dai regolamenti interni al MoVimento. Siglato l'accordo tra Emma Bonino e Matteo Renzi, che insieme puntano a superare il 4%. Non si è unito al progetto Carlo Calenda, fuori dagli Stati Uniti d’Europa il leader di Azione ha annunciato che il 23 aprile verrà presentato il simbolo della lista e il programma, insieme ai candidati.