Donald Trump o Kamala Harris: non importa quale sarà il vento che gonfierà la bandiera americana. L'Italia sarà pronta sempre a fare la sua parte. L'atlantismo infatti è la chiave che da 50 anni apre tutte le porte, è la dottrina che ha segnato e segnerà i prossimi rapporti con il nuovo presidente americano a prescindere da chi sarà l'inquilino della Casa Bianca. Ma se per Palazzo Chigi l'elezione è un passaggio di testimone che non modifica il rapporto, i partiti, soprattutto PD e Lega, hanno preso posizioni nette. I Dem sono apertamente e convintamente con Kamala Harris soprattutto guardando alle conseguenze per l'Europa in caso di insuccesso trumpiano. Il Tycoon è nemico dichiarato dell'Europa Unita e ha già scelto come interlocutori privilegiati i nazionalisti come Orban. Salvini invece è apertamente e convintamente a sostegno di Trump e soprattutto, dicono dalla Lega, per lavorare finalmente in maniera concreta per la pace in Ucraina e in Medioriente. Giorgia Meloni non si è schierata forte della sua doppia veste. La presidente del consiglio ha coltivato ottimi rapporti con Biden e dunque Kamala Harris, soprattutto condividendo la dottrina sull'Ucraina antitesi della visione salviniana. Meloni è consapevole che un'eventuale vittoria di Trump avrebbe delle conseguenze. Il tema della NATO innanzitutto con Trump che chiede maggiore impegno economico per la difesa e minaccia di sfilare gli Stati Uniti se non saranno soddisfatte le sue richieste. E poi il fronte economico, il protezionismo trumpiano che danneggerebbe le esportazioni. Ma da leader di partito Giorgia Meloni ha creato un ottimo rapporto con Elon Musk, l'imprenditore forse più vicino a Trump in questa campagna elettorale. Neutrale la posizione di Forza Italia che con Tajani alla Farnesina permette agli azzurri di giocare le proprie carte su entrambi i tavoli. Mentre i 5 Stelle con Giuseppe Conte ufficialmente non prendono posizione anche se la sintonia tra Trump e "Giuseppi", ai tempi del governo 5 Stelle, e le posizioni intransigenti sugli aiuti militari all'Ucraina potrebbero essere fumo negli occhi per i Dem a stelle e strisce.