L’emergenza idrica è evidente, la siccità è nei fatti, ma non è più solo questione di emergenza, dice il Ministro dell’ambiente, Galletti. Qui il clima sta cambiando in modo strutturale e bisogna attrezzarsi. Ecco perché servono azioni politiche da parte delle Istituzioni e impegno anche nel convincere le persone a cambiare le loro abitudini. Quindi, lotta agli sprechi, interventi sugli acquedotti e aumento degli invasi nei quali recuperare acqua piovana, cosa che finora viene fatta solo per il 10%, fa sapere il Ministro. Ci sono Ministeri chiave in questa situazione, oltre a quello dell’ambiente. L’agricoltura e il titolare Maurizio Martina ha già fatto sapere di essere pronto a lavorare con le Regioni nel censimento dei danni e nella verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di calamità. Fondamentale è il Ministero delle infrastrutture. Graziano Delrio sta lavorando velocemente all’adeguamento di 101 dighe. Già nelle prossime settimane è prevista la firma agli schemi di contratto per assegnare le risorse, 294 milioni di euro. Così, secondo il Ministero, si potranno salvaguardare 4,5 miliardi di metri cubi, cioè quasi un terzo della risorsa idrica nazionale, e recuperare 1,3 miliardi, ora non invasabili. Nel Lazio, intanto, all’avvicinarsi del probabile razionamento di acqua nella Capitale per turni di 8 ore che potrebbe scattare dal 28 luglio, continua il rimpallo di responsabilità e accuse fra Regione a guida PD, che ha deciso lo stop ai prelievi sul lago di Bracciano in forte crisi idrica, e Campidoglio a guida 5 Stelle, che detiene il 51% della municipalizzata che gestisce l’acqua e le condutture che di acqua ne perdono per strada quasi il 45%.