C'è la disponibilità a parlare c'è l'ok a lavorare insieme ma non può essere un accordo sindacale a sancire l'obbligo vaccinale. Se il governo lo vuole fare si deve assumere la responsabilità legislativa. I leader di CGIL, CISL e UIL lo spiegano a Draghi nel momento in cui l'esecutivo sta ragionando sull'estensione del Green Pass nei luoghi di lavoro. Uno strumento verso il quale non c'è un no secco ma la preoccupazione che un uso non adeguatamente normato ne faccia il pretesto per licenziamenti e abbandono delle misure di sicurezza. Se si va in quella direzione bisogna trovare il modo di proteggere tutti i lavoratori, vaccinati e non. "Non abbiamo nulla in contrario sul piano del principio all'estensione del Green pass come strumento che certifica l'uso del vaccino. Allo stesso tempo abbiamo ribadito che questo non può diventare uno strumento che le imprese possono utilizzare per licenziare per demansionare o per discriminare i lavoratori o le lavoratrici." Giovedì il governo dovrebbe decidere provando a compensare le istanze di una maggioranza non sempre allineata. Sui trasporti la Lega non vuol sentir parlare di nuovi vincoli. "Ne riparliamo a fine agosto, questo io con Draghi settimana scorsa parlai del fatto che occorre guardare i numeri. Guardiamo i numeri, le terapie intensive sono libere nel 97% dei casi quindi qualora la situazione peggiorasse bisognerebbe sicuramente correre ai ripari però incidere sulla vita di 30 milioni di italiani il 2 di agosto mi sembra veramente rovinare la stagione estiva a un settore quello turistico che ha già sofferto tanto." Ancora da definire anche le norme sul rientro in classe a poco più di un mese dalla campanella si ragiona ancora su come potenziare il trasporto locale e su come compensare mancanza di aule e docenti. Troppo disomogenea la situazione da città a città, motivo per cui i nuovi provvedimenti potrebbero variare da territorio a territorio stando però attenti a non penalizzare gli studenti di quelle zone in cui pochi insegnanti hanno deciso di vaccinarsi.