Se non è o non è ancora un'economia di guerra la politica italiana è già da ora in trincea per assorbire l'onda d'urto del conflitto ucraino. Dal grano al mais, dalle materie prime fino all'aumento del prezzo del carburante, l'Italia è accerchiata sul fronte dei rincari. Il Ministro dell'Agricoltura Patuanelli non usa giri di parole. "Beh c'è sicuramente un tema innanzitutto di costo delle materie prime, di costo dell'energia e quindi di fatto su tutte le filiere produttive, in particolare l'agroalimentare e conseguentemente un tema di approvvigionamento di materie prime. Bisogna diversificare le fonti di approvvigionamento. Esattamente come si diversificano le fonti di approvvigionamento energetico bisogna diversificare anche le fonti di approvvigionamento delle materie prime alimentari." Ma questo è solo uno dei fronti che si sta aprendo. Sul fronte del caro carburante è già stato indetto uno sciopero generale degli autotrasportatori per il prossimo 14 marzo lunedì ma la Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha chiesto alle sigle dei trasporti di revocare o di riformulare l'agitazione. Sarà un copione che rischia di ripetersi in tanti altri ambiti, almeno fin quando l'Italia non raggiungerà e non sarà nell'immediato, una indipendenza energetica. Oggi più che mai dobbiamo porci il tema della sovranità energetica nel contesto europeo, afferma il Ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti. L'Italia deve giocare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro. Il presente invece è un paese in trincea economica di fronte ad una guerra vera.