La crisi ufficialmente non è ancora cominciata, la partita a scacchi sì, tra chi vuole elezioni subito e chi no e rischia di essere lunga, combattuta e al limite delle regole del gioco. Il Senato intanto ha deciso: Conte farà le sue comunicazioni all'aula di Palazzo Madama martedì 20 alle 15. Vince l'inedita maggioranza Pd 5 Stelle. Bocciata l'istanze del centrodestra che avrebbe voluto votare la mozione leghista di sfiducia al Governo già mercoledì, ma succede altro e importante nella giornata: nel pomeriggio, Renzi, il senatore semplice, è in conferenza stampa, parla da ex Presidente del Consiglio, parla da uomo delle istituzioni. Del Pd, lo dice e lo ripete, gli interessa poco. Il Paese - dice - ha bisogno di un Governo perché bisogna scongiurare l'aumento dell'IVA. Per questo il Pd è necessario e - Renzi è convinto - si sta muovendo verso questa ipotesi. “Qualcuno dice no, non può essere un Governo istituzionale, deve essere un Governo qualcuno dice di legislatura, qualcuno dice di scopo, qualcuno dice di transizione. Io non darò alibi a nessuno per far saltare un accordo che il tabellone di Palazzo Madama stasera mostrerà essere possibile!” La partita di scacchi impone una contromossa. A sorpresa Salvini apre ai 5 Stelle: “Votiamo subito la riduzione del numero dei parlamentari, poi subito al voto!” “Sfida accettata, tagliamo per la prima volta nella storia, insieme, 345 parlamentari e poi si vota il giorno dopo! Se voi siete pronti, noi siamo pronti!” Se si andasse a elezioni subito, però, il taglio varrebbe dalla legislatura successiva. Di Maio scrive: “Lieto che la Lega abbia ceduto, giacché ci siamo, votiamo anche per dimezzare lo stipendio dei parlamentari.” Patuanelli, Capogruppo 5 Stelle al Senato, pone però una condizione stringente: “La proposta è possibile esclusivamente se domani non viene votata la sfiducia al Governo, perché, altrimenti, non è proprio possibile procede in quella strada! Quindi io mi aspetto che venga ritirata la proposta del Presidente Romeo!” In tarda serata la Camera decine di ascoltare il Presidente del Consiglio il 21 e di votare il taglio dei parlamentari il giorno successivo. Anche nel centrodestra ci sono novità: la proposta di Salvini per una lista unica dello schieramento è respinta da Forza Italia. Il leader leghista non vede Berlusconi: “Sono impegnato al Viminale” fa sapere. Altre schermaglie, anche queste, appena all'inizio.