Lavori a rilento per i parlamentari

30 giu 2018
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Più che bipolarismo perfetto, bipolarismo pigro. Alla faccia dei proclami improntati al cambiamento, Montecitorio e Palazzo Madama battono la fiacca. L’attività parlamentare della XVIII Legislatura langue e deputati e senatori si sono riuniti in tutto per sole 52 ore a testa. Si è partiti con le elezioni dei Presidenti di Camera e Senato e dei rispettivi Uffici di Presidenza. Poi c’è stata la seduta per la doppia fiducia incassata dal nuovo Governo Conte. Nel computo vanno inseriti anche i provvedimenti approvati in questo primo scorcio di Legislatura. Per la verità, quelli che hanno ottenuto il via libera definitivo sono soltanto due e risalgono al Governo Gentiloni. Si tratta di un decreto Alitalia e uno sull’Autorità per l’energia. La Camera ha poi approvato in prima lettura un decreto sulle crisi aziendali, mentre i senatori hanno licenziato un provvedimento sulla ricostruzione post terremoto. Fermi al palo i due decreti sfornati dal Governo Conte al termine di sette Consigli dei Ministri. La prossima settimana le Camere hanno in calendario solo un giorno di Aula, fissato per giovedì, per lo svolgimento di alcune interrogazioni. In questa Legislatura a bassa intensità produttiva, cinque sedute sono state dedicate al completamento dell’Ufficio di Presidenza, a qualche informativa, alle comunicazioni di Giuseppe Conte prima della riunione del Consiglio europeo e alcune valutazioni sul Documento di economia e finanza. Il monte ore sale se si considerano le tre sedute comuni di Camera e Senato per la nomina di un giudice della Corte costituzionale e di due membri del CSM, che però sono andati a vuoto. Le Commissioni parlamentari elette il 21 giugno si sono riunite solo in quell’occasione. Dovranno esaminare 750 disegni di legge a Montecitorio e 490 a Palazzo Madama. Devono ancora essere costituite le Commissioni speciali e quelle bicamerali, come la Vigilanza Rai e il COPASIR che controlla i servizi segreti. Il “rompete le righe” dovrebbe scattare il 9 agosto, ma la maggioranza anti-casta non avrà certo lavorato a ritmi stacanovisti.

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