Enrico Letta non è disposto a rottamare l'asse con i 5 Stelle malgrado chi vorrebbe un Pd capace di fare a meno dell'accordo con i grillini. Per vincere le elezioni dobbiamo comporre una grande alleanza in cui stia il Movimento 5 Stelle che ha vissuto un'evoluzione europeista importante, positiva, la disponibilità di Giuseppe Conte di guidarlo e sostiene che è una buona notizia e sono sicuro che ci capiremo. Malgrado l'invito insistente di Matteo Renzi ad abbandonare i pentastellati Letta non chiude la porta ad l'Italia Viva. Dipende da loro, io sono disposto a dialogare con tutti. Noi abbiamo già fatto un percorso con il Movimento 5 Stelle, con Conte, ma anche con LEU e quindi c'è un percorso già aperto. Letta fa anche sapere che i nuovi capigruppo di Camera e Senato saranno due donne, la vicesegretaria Dem Irene Tinagli, accusa il suo partito di aver perso troppo tempo ad occuparsi delle beghe interne. Negli ultimi due anni il Pd è rimasto vittima di se stesso in una dinamica molto romana che porta a guardarsi l'ombelico. Una sortita che ha innescato la reazione di alcuni dirigenti, proprio mentre l'altro vicesegretario Dem Giuseppe Provenzano avverte, ciascuno puo' suonare strumenti diversi, ma bisogna evitare di suonare altri spartiti come è successo negli ultimi mesi. I renziani continuano a sfidare Letta sul riformismo. Conte era diventato il modello della sinistra italiana, per loro, non per noi, infatti, sembrava Conte o morte e noi abbiamo rimarcato la necessità che il Pd battesse un colpo riformista, con Enrico Letta ci sono i presupposti perché ciò avvenga, bene, lo vedremo. Intanto il senatore Eugenio Comincini ha deciso di lasciare Italia Viva e fare ritorno nel Pd.