Il vertice coi sindacati, due giorni prima del Consiglio dei Ministri che deve varare la manovra, vede i tre Leader uscire scontenti da Palazzo Chigi. Per il nodo pensioni con quota 100 che scade e il Governo non intende rinnovare, ma non solo: "Non è accettabile che il lavoro che è stato creato in questi mesi sia un lavoro precario. Perché siamo in presenza di contratti a termine, la cui durata è qualche mese, siamo in presenza di lavoro somministrato, siamo in presenza di lavoro intermittente e di lavoro a chiamata". I sindacati chiedono una riforma strutturale del Welfare e delle pensioni, il Governo mette solo 600 milioni ed è chiaro che non bastano, dicono in coro CGIL CISL e UIL. "L'incontro fra noi non è andato bene. Ci sono alcune risposte parziali e positive su la riforma degli ammortizzatori sociali, ci sono 3 miliardi secondo noi quelle risorse sono insufficienti. Per quello che riguarda la riforma fiscale c'è un'indicazione della cifra in 8 miliardi ma non c'è una scelta del Governo su dove andranno le risorse". Se le posizioni resteranno così distanti, avvertono i segretari confederali, ci mobiliteremo. "Nelle prossime ore decideremo, unitariamente, alla luce del testo di legge che sarà approvato in Consiglio dei Ministri come diamo luogo ad una fase di mobilitazione con manifestazioni". L'esecutivo ha in mente di prorogare di un anno l'Ape, cioè anticipo pensionistico, e Opzione Donna e questi sono segnali positivi per i sindacati, ma non sufficienti. Poi c'è la Lega, che lavora ad una mediazione perché si arrivi a poter lasciare il lavoro dopo 41 anni di contributi. Comunque le quote, secondo il PD, vanno superate anche perché non funzionano per aiutare le donne e chi fa lavori usuranti. Nel frattempo, viste le trattative tuttora in corso, fonti di Governo fanno trapelare che di fatto arriverà subito un fondo per il taglio delle tasse, il resto probabilmente durante l'iter in Parlamento. Ed è proprio "il resto" della manovra quello su cui si dibatte viste le diverse priorità di partiti e parti sociali, ma divergenze restano anche su come e dove destinare i fondi per i tagli fiscali.