Di nuovo insieme, dopo pochi mesi, a sottolineare e rinsaldare l'amicizia e la vicinanza tra italiani e sloveni dopo le ferite del passato. Il Presidente della Repubblica, Mattarella, e quello sloveno, Pahor, sono a Gorizia e Nova Gorica, designate capitale europea della cultura 2025, per le cerimonie dedicate al lancio dell'evento, e questa è una nuova occasione per parlare di unità fra i popoli e ruolo e importanza dei Balcani occidentali. Gli onori militari, la visita del nuovo ponte Salcano sull'Isonzo, che unirà due sponde di un fiume ma anche due nazioni, la mostra di 140 anni del quotidiano Il Piccolo, tutto Mattarella e Pahor lo fanno insieme e quando arrivano a piazzale della Transalpina, attraversato ma non diviso dal confine fra i due stati, il palco che li accoglie ha dietro le bandiere anche di un'Europa la cui unità, per entrambi, va difesa e rilanciata, a partire proprio dall'esempio italo-sloveno. "Il confine, questo confine, torna ad essere un elemento di scelta di unione. Slovenia e Italia avvertono insieme e pienamente la responsabilità di sostenere le aspirazioni dei nostri vicini e di accompagnare i processi di riforma che stanno perseguendo in risposta alle istanze profondamente sentite dei loro popoli. Non ci nascondiamo quanto impegnative siano le complessità da sormontare sul cammino dell'integrazione ma sono superabili e non giustificano situazioni da parte dei 27 o inversione di rotta da parte dei paesi dei Balcani occidentali". "Riguarda la convivenza di due culture, due lingue, la convivenza di due tradizioni, la comprensione di due passati ma allo stesso tempo riguarda la creazione di un futuro comune, basato su ciò che riunisce in quanto europei". Il Capo dello Stato viene insignito dell'onorificenza della Repubblica slovena, la sua visita viene salutata in chiusura col concerto di un'orchestra composta da musicisti sloveni e italiani, preludio delle iniziative che vedranno le due città essere un'unica capitale della cultura nel 2025. Nova Gorica.